giovedì 6 maggio 2010

Mettiamoci una patch!

Qualche tempo fa mentre ritiravo dall'assistenza la mia sgangherata macchina da cucire ho notato vicino alla cassa un cartello che diceva: "Si organizzano corsi di patchwork".
Il patchwork è una tecnica che mi ha sempre terribilmente affascinato, perchè innanzitutto riguarda la sfera del cucito, sfera che personalmente mi ha sempre affascinato ma anche spaventato. Inoltre, avendo la solita vena creativa, ho sempre pensato che tale tecnica si potesse adattare a creazioni un pò più gioiose delle classiche trapunte fiorellate a volte un pò troppo country per i miei gusti. Così ovviamente ho chiesto informazioni circa il corso e ho lasciato il mio numero alla gentile signorina, la quale qualche settimana dopo mi ha chiamato per informarmi di lì a qualche giorno si sarebbe svolta la prima lezione.

Potete immaginare la mia meraviglia! Finalmente anche io sarei stata in grado di produrre un vero patchwork!

Per chi fosse completamente a digiuno, il patchwork è una tecnica di cucito e recupero nato in pratica contestualmente alla tecnica della tessitura, e non è tipico di nessuna società ma risulta presente in tutte le culture di diverse parti del mondo. Il patchwork consiste nel recuperare ritagli piccoli quindi altrimenti inutilizzabili, cucendoli insieme tra loro tanto da ottenere un nuovo tessuto composto appunto da più pezze di diversa fantasia e colore.
Al giorno d'oggi ovviamente il patchwork ha perso quasi completamente il suo scopo di "recupero" divenendo un'arte creativa con cui esprimere il proprio estro artistico. Lo dimostra il fatto che i tessuti più adatti allo scopo sono i così chiamati "cotoni americani", non troppo facilemnte reperibili e dal costo non indifferente. Quindi niente più recupero, ma il fascino del patchwork non svanisce di certo per questo!


Armata del mio solito entusiasmo, soprattutto quando si trata di novità, mi sono recata al corso e dopo la prima lezione ero già completamente rapita dal fascino del patchwork.
Per problemi di salute poi, ho perso due lezioni e alla quarta mi è stato gentilmente concesso un "corso accelerato" per riportarmi in pari con le due colleghe della classe.
Indispensabili per la pratica del patchwork sono gli utensili per il taglio del tessuto: la taglierina a rullo, il tappeto antigraffio e almeno una riga specifica per patchwork. Questo perchè dovendo assemblare poi tra loro i singoli patch, è assolutamente necessario che siano tagliati con la massima precisione e tutti uguali, e sopratutto che non si sfilaccino. Personalmente non ho ancora acquistato questo materiale perchè desidero prima capire se sono realmente intenzionata a proseguire sulla lunga e colorata strada del patchwork.

Questo pomeriggio mi sono trovata finalmente con le mie patch tagliate a dovere e pronte per essere assemblate.


Ma visto che mi sono avanzati dei pezzi, ho pensato che sarebbe stato meglio fare "un lavoro di prova" prima di combinare disastri.
E così ho cominciato ad assemblare la prima striscia di quadratini, mettendo i primi due diritto contro diritto e cucendo lungo uno dei 4 lati.
E così via si prosegue cucendo un quadratino per volta fino a che non si ottiengono il numero di file che si intendono mettere nel lavoro.
Ora non si deve fare altro che stirare le cuciture avendo cura di alternarle tra loro: una striscia avrà le cuciture verso destra, una verso sinistra e così via.
Sucessivamente si assemblano le strisce tra loro, mettendole sempre diritto contro diritto, aiutandosi con degli spilli.


Quindi si cuce una striscia all'altra, ripetendo fino a che non si sono unite tutte le strisce e si stira nuovamente distendendo tutte le cuciture.


Ora il lavoro ha preso già una bella forma non trovate?
E' stato emozionante vedere la creazione prendere forma così velocemente. In realtà dovrei frenare l'entusiasmo perchè la parte più lunga e noiosa del patchwork viene dopo, ed è la trapuntatura, ovvero quando sotto il telo creato si mette l'ovatta e il retro (solitamente tinta unita) e si trapuntano tutti e tre gli strati insieme per far si che diventino un telo unico.
Ma lasciatemi godere questo momento di gloria, quando il primo lavoro di una nuova tecnica vede la luce, è sempre una grande emozione e una grande meraviglia.
Visto che c'ero ho pensato di mettere anche un bordo decorativo (in realtà previsto dalla tecnica patchwork, ecco il risultato:

 

Ora non mi rimane che scegliere un colore tinta unita per il fondo, prendere l'ovatta per imbottirlo e via di trapuntatura!

E se anche voi siete stati contagiati come me dalla patch-mania, buona creazione anche a voi!